sabato 30 dicembre 2023

Storia da Grandi: Natale 2003

<<< precedente - Dicembre 1993   

Il 13 Novembre 2003 l'Euroleague porta in Viale Sclavo una leggenda della pallacanestro europea: Arvydas Sabonis.

Al penultimo giro di un circuito professionistico che in Europa l'ha visto vincere numerosi titoli di squadra e individuali e a dispetto di ripetuti infortuni guadagnarsi un grande rispetto anche in NBA, ha una taglia fisica che fa sembrare Roberto Chiacig, centro di riferimento della nazionale italiana, pressoché un esterno.

L'agilità stupefacente della giovinezza è svanita ma il Principe del Baltico ha visione di gioco e trattamento di palla da cattedratico, carisma smisurato e sotto il proprio canestro è un ingombro tale che per arrivare al ferro obbliga a fare la circonvallazione.
Nella sua metà campo quella sera ha 5 recuperi, 16 rimbalzi 18 totali 3 stoppate e costringe gli attaccanti senesi a cambiare, non di poco, tempi di tiro e traiettorie. Tutto questo per la Mens Sana si traduce in 38% scarso da 2 punti.


Ma seppur con altre armi anche la difesa di Recalcati è efficace e getta le basi per la prima vittoria di quell’edizione.
Ne seguiranno così tante che in primavera sarà conquistata la Final Four, la seconda consecutiva.
In quanto al quarantenne Sabonis, beh... verrà eletto miglior giocatore di quel torneo.

 


E’ una stagione di aspettative fuori dall’ordinario il 2003/04, perché nasce e si sviluppa intorno all’esigenza di salire un ulteriore scalino verso la vetta, il penultimo, migliorando i risultati già storici della precedente: una semifinale scudetto, la prima, in Italia e una Final Four, la prima, da debuttante, in Euroleague.

Per alzare ulteriormente il livello e divenire, mi si passi il parallelo gastronomico, una cucina stellata con coraggio e competenza si va a toccare una ricetta che sarebbe già prelibata.

Via Ergin Ataman dai fornelli, ecco Carlo Recalcati. Via Mirsad Turkcan e Alphonso Ford dalla dispensa, arrivano Giacomo Galanda e Bootsy Thornton.

E per legare gli ingredienti la scommessa – per gli altissimi livelli – del tuttofare con la valigia sempre pronta David Vanterpool.

Infine a sorpresa si stappa la bottiglia più pregiata sul mercato: David Andersen, che in uscita dalla dismessa cantina virtussina, a una manciata di giorni dall’avvio del campionato firma per la Mens Sana, che brucia sul tempo e sulla credibilità una fitta concorrenza.

 

In primavera il lungo atleta di Melbourne si era sottoposto a un intervento chirurgico alla spalla durato circa due ore e mezzo, i cui tempi di recupero erano stati quantificati in cinque mesi.

Il dubbio che potesse non essersi completamente ristabilito venne fugato pochi giorni dopo la firma, alla prima giornata di campionato, il 5 Ottobre a Udine.

Lanciato da Recalcati in quintetto base risponde con una prestazione esaltante e a tratti è il migliore in campo.

La lunga serie di canestri – 8/13 in azione – gli vale infine 23 punti, secondo score mensanino dopo un gigantesco Thornton.

 

L’alternanza Europa / torneo nazionale è però una pentola a pressione che a Natale ha già imposto 20 partite in 75 giorni. Tuttavia staff e organico biancoverde rispondono per come sono stati costruiti.

Se le urne dei sorteggi di Euroleague relegano la Mens Sana in un gruppo di ferro, il record a fine girone d’andata è comunque di 3 successi e 4 sconfitte, già uno scalpo eccellente all’attivo – Panathinaikos – e la concreta possibilità di accedere alla Top 16.

In campionato le cose vanno ancora meglio, perché a Natale, come nel 1983, la squadra è in testa alla classifica – due sconfitte in tredici turni – ma da sola stavolta. Esattamente come in questo 2023.

 


A fare le spese della fame di successi dei biancoverdi sono tra le altre Pesaro – staccata in classifica di due lunghezze – Milano, Varese, Napoli e Cantù.

Sono vittorie, mi si passi il termine, normali nello sviluppo e nelle dimensioni, perché il gruppo è ancora in fase di amalgama e lontano dallo stato fisico – a proposito... ciao Maurizio Forconi! – e mentale che farà innalzare esponenzialmente le prestazioni in primavera, nel momento chiave della stagione.

 

Le prime quattro vittorie in campionato sono nel segno di Bootsy Thornton – e David Andersen… – poi dopo la sconfitta a Bologna Fortitudo sale in cattedra Vanterpool e subito dopo incominciano a andare in doppia cifra più e più giocatori: 5… 5… 6… ancora 5…

Ma sarebbe un grave errore limitarsi a guardare la sola produzione offensiva, perché in quello stralcio di stagione i giocatori biancoverdi riescono a indirizzare le gare incidendo pesantemente su tanti aspetti del gioco: difesa, recuperi, rimbalzi, leadership.
Gli avversari non possono permettersi di battezzarne alcuno, perché a turno tutti sono determinanti: Stefanov, Zukauskas, Vukcevic, Galanda, Chiacig, Kakiouzis...
E’ un’orchestra straordinaria, i cui interpreti stanno accordando i propri strumenti nell’attesa di eseguire una melodia in comune.

Bellissima. Indimenticabile.  

Gabriele Grandi


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