domenica 3 ottobre 2021

Il carattere, la corrente alternata, i nervi: la prima gioia della Virtus (dopo la sirena)

Se il buongiorno si vede dal mattino è chiaro che non ci sarà da annoiarsi nella stagione della Virtus. Nel primo incontro di campionato vittoria a tempo scaduto su Lucca grazie ad un 1/2 del neo arrivato Zambonin dalla lunetta. Basta questo per far capire la girandola di emozioni che ha accompagnato il finale di partita, conclusa con il punteggio finale di 84-83. Un match di straordinaria intensità ed emozionante, ma anche teso, nervoso e costellato da una serie di errori su entrambi i fronti del parquet.


IL MOMENTO DECISIVO
Sarebbe riduttivo, per una partita decisa dai tiri liberi oltre la sirena finale del 40° minuto, dire che l’ultimo quarto di gioco è stato quello che ha deciso l’incontro. Anche perché, il quarto periodo di partita ha fatto vedere due squadre stanche, provate e nervose per le tante energie spese nei precedenti minuti. Insomma, se si è arrivati ad un epilogo del genere è perché ci sono stati molti (troppi) errori dal punto di vista tecnico. Buon per la Virtus aver eseguito correttamente l’ultima rimessa, a mezzo secondo dalla sirena, con l’alzata di Lenardon e la ricezione con fallo subito di Zambonin. La vittoria virtussina è stata sancita da quest’episodio che, va detto, ha scatenato qualche scatto di nervi a fine partita da parte del team lucchese. Ma con altrettanta onestà va sottolineato come erano state numerose le occasioni per portare prima a casa l’incontro: tutte gettate letteralmente al vento.

LA CHIAVE
Un altro momento importante dell’incontro è stato il primo quarto in cui la Virtus ha saputo reagire a un parziale iniziale in suo sfavore di 10-0. Sono stati poi Bartoletti e Nepi a suonare la carica per i colori rossoblù, oltre che il solito Lenardon. Trascinanti i canestri della vecchia guardia anche per i nuovi, Zambonin su tutti e non solo per il tiro libero che ha deciso l’incontro. L’ultimo innesto di casa Virtus si è dimostrato in palla e presente, sia in attacco che in difesa, sia da 4 che da 5. Decisivo anche per sopperire a rotazioni accorciate (Avdiu era in panchina ma solo per onor di firma, assenti invece Imbrò e Ricciardelli, ndr) e ad un Bruno forse ancora un po’ arrugginito - stante la sua mole fisica - e che ancora non può dare il contributo che tutti si aspettano da lui.

In linea generale si può dire che il lavoro da fare non manca, anche perché la squadra viaggia ancora troppo a corrente alternata. E non potrebbe essere altrimenti, trovandosi alla prima giornata di campionato. C’è semmai da prendere fiducia da un successo del genere perché, al netto degli errori, il carattere c’è. E su quello si può lavorare per cercare di crescere. 
Andrea Frullanti

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