C’è la voglia di ripartire e c’è il timore per il rispetto delle normative anti-Covid. C’è l’organizzazione dei tamponi e c’è la necessità di ritrovare una condizione atletica quantomeno accettabile e che, per di più, al netto di tutte le restrizioni esistenti, preservi i giocatori dal rischio infortuni dopo lunghi mesi di sostanziale inattività. È questo lo strano dualismo che caratterizza il basket senese alla vigilia della ripartenza dei campionati di Serie C Gold e Silver. Le date ipotetiche per il via dei campionati sono rispettivamente il 21 e 28 febbraio. Virtus, Mens Sana e Costone sono già a lavoro per farsi trovare pronte.
Diversi gli approcci delle società. La Virtus non ha mai nascosto la sua volontà di giocare, nei modi e nei tempi che verranno concessi. Si rispetta l’emergenza sanitaria ma se si può giocare si giochi, dicono in Via Vivaldi. Anche perché lo stop prolungato rischia di far perdere qualche giovane, e sappiamo come il proprio vivaio sia di fondamentale importanza per la Virtus. La questione è piuttosto semplice: le varie federazioni non si sono uniformate e, con il minibasket fermo, alcune famiglie hanno optato per altri sport per i loro figli.Un rischio, questo, ben presente anche in casa Costone, sebbene l’atteggiamento sia sempre stato molto più prudenziale sull’ipotesi ripartenza. Una posizione ribadita più volte dalla società della Piaggia, anche e soprattutto di fronte alla prospettiva di dover applicare in categorie regionali protocolli e regole proprie degli sport professionistici: inutile girarci intorno, chi lavora e chi studia non può accollarsi troppi rischi solo per giocare a pallacanestro.
Poi c’è il caso Mens Sana per cui vale quanto detto per le altre, specie per i timori extra-sportivi di giocatori e staff, ma che inesorabilmente deve anche tener conto della piazza. Dopo la ripartenza dalla Promozione - ricordiamo che a seguire il match d’esordio nella più bassa categoria regionale c’erano più di mille tifosi - e l’ammissione alla C Silver, c’è una spasmodica attesa di vedere tornare a giocare le canotte biancoverdi. Non solo per dare seguito al lungo e complicato processo di risalita verso il professionismo e le categorie che storicamente competono alla Mens Sana, ma anche per riappropriarsi dei propri spazi (anche fisici) all’interno della propria casa in Viale Sclavo.
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Venendo a ciò che interessa maggiormente, cioè il ritorno sul parquet, occorre avere ben chiaro il quadro di riferimento normativo. Non solo dal punto di vista sanitario ma anche sotto l’aspetto sportivo. Punto numero uno: tamponi obbligatori. Si è dato 72 ore di tempo alle società per effettuare i tamponi a squadre e staff tecnici, se tutti daranno risultato negativo si potrà partire regolarmente con gli allenamenti. Durante la stagione poi si attuerà il protocollo già in vigore in Serie A, A2 e B: un tampone rapido a 48 ore dalla palla a due e si potrà scendere in campo. A tal proposito c’è da segnalare l’iniziativa di Vismederi del presidente del Costone Emanuele Montomoli che si farà carico di tutte le spese dei test per la società della Piaggia, giovanili comprese.
La FIP Toscana dovrà poi chiarire cosa succederà con i casi di eventuali positività e quale sarà il numero di giocatori minimo a disposizione per poter permettere a una squadra di scendere in campo. Federazione che dovrà esprimersi anche su quelle che saranno le formule dei campionati. Le società hanno tempo fino al 31 gennaio per poter dare conferma dell’iscrizione: non è chiaro se chi rinuncerà sarà sanzionato con una retrocessione, cosa che molti club, specialmente quelli poco convinti di ripartire, comprensibilmente non auspicano.
Da questo punto di vista in molti sperano in una sorta di condono: chi si ritira rischia sì la retrocessione ma può sperare, se sono tante le società a sventolare bandiera bianca, di poter avere una certa priorità per un eventuale ripescaggio nella stagione 2021/22. In ogni modo, solo dopo che si saprà con certezza il numero delle società che hanno confermato l’iscrizione e quelle che si sono ritirate si potrà capire quella che sarà la formula dei campionati e di conseguenza il nuovo calendario. Costante il confronto dei dirigenti su questi temi, anche per cercare di fare fronte comune rispetto alle richieste della FIP, cui presentare vicendevolmente istanze quanto più condivise.
Oltre a tutto questo adesso è il momento di riaccendere il motore, specialmente per iniziare una nuova preparazione atletica che rimetta in forma i giocatori, senza stressarli troppo e cercando di preservarli dal rischio infortuni. Ne sono convinti in casa Virtus dove, tramite alcune sedute individuali al PalaPerucatti (con doccia a casa, rigorosamente) e lavori a distanza tramite Zoom, si è cercato di tenere sempre attivo e operativo il tono muscolare degli atleti rossoblu. Stesso dicasi in casa Mens Sana e al Costone dove, quando la stagione lo ha permesso, si è cercato di sfruttare anche gli spazi esterni del PalaEstra e del PalaNannini.
La palla poi passerà ai giocatori, oltre che ai tecnici. Si perché se si attuano protocolli professionistici allo sport regionale, l’atteggiamento di tutto gli attori in campo dovrà essere molto rispettoso e responsabile. Se veramente la volontà è tornare a giocare e far sì che fili tutto liscio, l’attenzione a normative igieniche personali, utilizzo della mascherina e distanziamento sociale dovrà essere massimale nella vita di tutti i giorni. Altri stop o eventuali focolai qua e là rischiano di mandare a monte tutti gli sforzi fatti fino a oggi.
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