Non essere costanti è diverso da giocare una partita da vergognarsi. A Roma era una giornata che nell'immaginario della gente di Siena era sentita più di altre, e c'era da onorare il più corposo esodo dai tempi del ritorno in A2, con 250 anime biancoverdi arrivate nella Capitale. Ma anche contro chiunque altro sarebbe rimasta comunque una prestazione inaccettabile, non dignitosa, inadeguata. Ora serve che la durezza dell'analisi non resti fine a sé stessa, come se l'autoflagellazione basti a espiare le colpe: deve portare da qualche parte.
Ramagli l'ha vista così, accennando anche a una brutta settimana di lavoro in palestra da parte del gruppo: "Ci siamo presentati come si fa a una gita fuori porta, mancando di rispetto a chi ci ha seguiti e a noi stessi, al lavoro che si fa. Poca disponibilità, non conforme. Un atteggiamento di una umiltà diversa, di una volontà diversa, di una disponibilità diversa, un linguaggio del corpo far pensare che si stia giocando con serietà una partita di pallacanestro non l'ho vista, e questo mi sembra molto grave".
Resta stringente anche perché DiLiegro e Udom sono due problemi da risolvere, in maniera diversa, ma che non si sono scoperti a Roma. Per le avversarie è troppo facile giocare su di loro. I momenti in cui si è provato a giocare con loro, per lo meno insieme, sono stati quelli delle bastonate prese: provarci è doveroso, insistere è stato sbagliato. Per il primo, al netto dei guai fisici, e a prescindere dalle scelte su cosa gli si chiede di fare in difesa, sembra da fuori anche una questione di atteggiamento. Per il secondo, al netto della gioventù, non si possono accettare prestazioni in cui quando le cose vanno male si spingono ad andare anche peggio, invece di contenere i danni e darsi solidità (e c'entrano solo in parte i limiti al tiro che lo rendono battezzabilissimo, se poi portasse con consistenza tutto il resto).
E' vero che sono mancati Bryant e Roberts, e che il termometro della competitività di questa squadra sono sempre stati loro, ma la cabala e i numeri non confondano le cause: stavolta avrebbero dovuto giocare come Steph Curry per tenere in partita questa Mens Sana. Così come è evidente come senza DiLiegro (peraltro solo 8' in campo, non è sempre stata colpa sua...) e con Borsato accanto a Bryant le cose siano andate meglio, ma che peso si può dare a un finale in cui Roma aveva smesso di giocare? E quanto senso ha fare gran discorsi tecnici su una partita in cui non è stata questione di poca energia ma di essersi proprio presentati spenti?
Che è stata una partita inqualificabile s'è detto in tutte le salse. E ora? Le vittorie recenti alzano l'asticella delle richieste, non per chiedere a questa squadra la promozione e forse neanche i playoff, se troverà di fronte altre otto squadre più brave. Ma ad alzarsi è stata l'asticella di imporsi a non accettare i limiti di questo gruppo ma combatterli, con disciplina. La squadra è questa e da questi ragazzi ci si aspetta la quadratura del cerchio. Picchiando come un martello sui loro margini, perché l'energia (imprescindibile) si genera anche così: l'accettazione serena del lavoro da fare forse funziona di più coi gruppi di veterani. Con la costanza che la gioventù (una variante, non un alibi) impone prima di vedere risultati stabili. Perché ad averci visto qualcosa di buono in questo gruppo forse non saremo stati tutti visionari.
A costo di essere ripetitivo voglio ancora fare i complimenti per il gran lavoro di presentazione della sfida con Roma fatta dal Blog. Ribadisco che il blog da Voi gestito è di categoria superiore a questa A2 e sopratutto non lo merita la Mens Sana che ha giocato ieri. Speriamo che quando torneranno a giocare i veri giocatori, in sostituzione dei loro gemelli sbiaditi dalla "gita fuori porta", potremo nuovamente essere orgogliosi di questi colori e dei ragazzi che li vestono.
RispondiEliminaIeri no, proprio no.
Sappiamo che l'annata è di quelle dove è facile mettere in conto tante sconfitte: squadra nuova, tanti giovani, nessun fenomeno (almeno per ora) e il DNA della squadra deve essere quello di chi sa che per stare alla pari deve lottare e lottare e lottare ancora faticando e buttando sudore più degli altri.
In trasferta questa voglia di sudare per ora non è proprio emersa.
Quali i motivi? Quali i motivi per cui Ramagli già negli allenamenti precedenti ha visto brutti segnali e nonostante li avesse colti non è riuscito a far cambiare l'inerzia della preparazione alla gara?
Forse, come spesso accade, le spiegazioni sono più semplici di quello che si pensa e spero proprio sia così: una giornata storta, la quinta giornata storta da trasferta.
in teoria, a cose normali, una sconfitta come quella di Roma è forse una di quelle che lascia il segno su una stagione, in un senso o nell'altra non permette di andare avanti come se nulla fosse successo. poi la squadra di quest'anno ha insegnato a non ragionare "a cose normali"
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