La Mens Sana che batte a Siena una big in difficoltà, impedendole di rialzarsi, si era vista anche con Reggio Calabria. La convincente vittoria con Ferentino non è stata molto diversa, a partire dal punteggio (stavolta 77-68, l’altra 76-69), anche se allora - era l’8 novembre - fu certo una partita più equilibrata. E come allora, la scarsa fiducia di chi c’era davanti nei propri grandi mezzi non ha ostacolato (quanto era lecito attendersi) la partita della Mens Sana, brava però a non permettere mai che la frustrazione avversaria si trasformasse in reazione vera. Ah, e per inciso, sono state dopo Agropoli (28 punti) le due partite col maggior numero di punti di Truck Bryant: 26 punti allora, 25 stavolta. Totalmente a suo agio a partire dalla panchina. Forse anche di più.
Il fatto che Alessandro Ramagli l’abbia definita “la partita più stabile fino a oggi” dà da pensare su come da questa squadra forse allora non ci si possa aspettare qualcosa di più tranquillo di una gara in cui si va a +16 contro il roster più forte del girone, poi in due minuti ci si vede rimangiato, e comunque c’è stato da patire fino a due minuti dalla fine (forse anche perché, dopo aver tirato 19 liberi nel primo tempo - e sono tornate in mente le parole del coach a Casalpusterlengo - poi se ne sono tirati 3 in 15 minuti). Senza piegarle all’ironia, il senso vero della riflessione di Ramagli è emerso quando ha apprezzato la serata di “buona disciplina, discreta flessibilità e capacità di fare adattamenti. Era importante proteggere l’area e controllare i rimbalzi per dare l’indirizzo alla partita”.
Il resto è arrivato da Udom e DiLiegro che sono ripartiti dalle fondamenta: difesa e rimbalzi. Non basta dirlo e volerlo, servono anche le circostanze giuste e gli avversari. Serve la loro consistenza, attorno al loro contributo da titolari era stata pensata la squadra in estate, e vicino a canestro non si può contare solo sulla sostanza di Cucci che a 20 anni può incappare anche in giornata di pausa come questa, tanto più in una stagione del genere. Così come le circostanze e gli avversari giusti aiutano ad avere il miglior Bryant, che dipende da quanto gli entra il tiro ma anche da quanto gli avversari sono capaci (o provano) a togliergli. E di Roberts finisce che non si parla dando per scontata una partita di buon livello.
Di Udom è stato apprezzabile anche il 2/5 da tre, per i due canestri ma anche per i cinque tiri, massimo eguagliato per un ragazzo che non ha fiducia (perché non ha grande efficacia, certo) nel suo tiro dalla lunga distanza. “Sono stati molto più importanti i suoi 12 rimbalzi e avere impatto difensivo, perché questo può farlo ogni partita, e per noi è una presenza fondamentale. Poi se è libero e tira nessuno si scandalizza”, ha detto Ramagli, non volendo dare troppo peso alla questione del tiro da tre, così come continua a volerne dare meno possibile ai risultati del cambio del quintetto nelle ultime tre partite. E' vero, certi passaggi si vivono meglio lasciando la parola al campo piuttosto che tenendoli troppo sotto i riflettori, anche se gli effetti sono abbastanza evidenti.
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