giovedì 21 maggio 2015

Almeno l'equità competitiva... Che roba da poveretti

Difficile non essere scontati e banali nel parlare dello scandalo e dell'oscenità dei calendari ballerini di questi playoff di Serie B, tanto è palese e indifendibile la situazione che si è creata (ufficializzata prima dalle singole società e poi dalla Lega: si parla del già anticipato slittamento della finale playoff, dei suoi ritmi folli e della data impossibile in cui potrebbe finire).

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Posted by Lega Nazionale Pallacanestro on Mercoledì 20 maggio 2015

L'impossibilità di aggiungere qualcosa a una questione così evidente non impedisce però di identificare delle colpe, di attenersi ai fatti nel segnalare che la credibilità dei responsabili è ormai sotto ai tacchi, e rilevare che nel momento decisivo della stagione l'equità competitiva è intaccata. Poi questo non esime ogni squadra dall'obbligo auto-imposto di dimostrarsi più forti di ogni cosa, come di una giornata negativa arbitrale o al tiro che possono capitare. Però, anche se forse ormai non ci si può più fare niente, non si può neanche far finta che vada tutto bene.

A memoria non è sicuramente la prima volta che il problema si pone (successe in passato alla Virtus, per dire). Solo ora ce ne accorgiamo? E' vero, sì, solo ora che la questione ci investe da vicino. E' una colpa di ignoranza, con tante le cose da apprendere in un mondo nuovo come questa categoria. Ma una colpa sicuramente non paragonabile a quella di chi si occupa di questo nelle proprie giornate lavorative, il cui compito è organizzare e avere ben chiara la sovrapposizione di calendari che c'è in questo momento dell'anno tra i playoff delle squadre senior e le finali nazionali giovanili. Penalizzando così entrambi, ma soprattutto mortificando un'intera stagione di lavoro, messa a repentaglio dalla schizofrenia del calendario.

A fronte di regolamenti che prevedono esplicitamente cosa succede nelle circostanze che si sono create, è chiaro che la colpa non è di Cecina ora, come non era stata di Livorno prima. L'organizzazione dei campionati, così come la scrittura delle regole, è in capo alla Federazione. Aspettarsi un coordinamento è troppo? Come si fa a tollerare ancora che la mano destra non si parli con la sinistra? Che chi organizza non si coordini con chi scrive le regole? Che chi organizza i campionati senior non si coordini con chi organizza i campionati giovanili? Che nessuno se ne accorga? Che nessuno ponga rimedio? Anche se non ci fossero di mezzo centinaia di migliaia di euro di investimenti, è la mortificazione suprema e beffarda di chi invece (i club) lavora con serietà.

Messa così, la Lega non ha potere di intervento diretto. Quindi non ha responsabilità dirette. Ne ha la Federazione. Ma spetta alla Lega capire, a fronte peraltro di segnalazioni dei propri associati, che intervenire in una materia del genere non significa farsi portavoce degli interessi di alcuni club ledendo gli interessi di altri. Sarebbe solo banale per la Lega capire che difendere l'equità competitiva significherebbe fare il bene di tutti, di se stessa e dei propri associati, prima ancora di ragionare su chi nella singola situazione ci guadagna e chi ci perde.

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Solo per ricapitolare le puntate precedenti e circoscrivere la questione: la Mens Sana è stata ferma dieci giorni tra gara-2 e gara-3 di semifinale perché legittimamente Livorno ha fatto richiesta di fermare la serie durante lo svolgimento delle finali Under 19 Elite in cui aveva impegnati alcuni giocatori. Non è una questione di interessi, alla Mens Sana alla fine è andata anche meglio così, e si è visto. Ma non è una situazione normale.

Seconda puntata: la finale playoff con Cecina non comincerà come da calendario il 28 maggio, ma cinque giorni dopo, il 2 giugno, comprimendo ulteriormente la serie al ritmo di una partita ogni due giorni, e finendola con l'eventuale gara-5 la sera del 10 giugno, ovvero con meno di 72 ore per riprendersi da una serie prosciugante e dalla partita più importante dell'anno e per prepararsi alla nuova partita più importante dell'anno. E' solo incidentale che il giocatore di Cecina, Rossato, partecipi alla finale nazionale perché in doppio tesseramento con Casalpusterlengo: fosse stata Cecina a qualificarsi per la finale nazionale (in teoria) il problema ci sarebbe stato ugualmente.

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Fin qui forse quello in cui, per superficialità e ingiustificabile approssimazione nelle fasi precedenti, ormai non si può fare più nulla. Ma le situazioni pessime vanno anche gestite, non solo subite. E qui si arriva alla mancata equità competitiva.

Perché il nuovo calendario riguarda in questo momento il Girone A (quello della Mens Sana), ma il Girone B va ancora col vecchio. Peccato che il 13-14 giugno si incroceranno la vincente dell'A con la vincente del B, ma con due avvicinamenti diversi. A parità di lunghezza di serie, il girone B finisce due giorni prima in caso di arrivo di entrambe le serie a gara-5, che è comunque più o meno il doppio del tempo a disposizione rispetto a chi vincerà il Girone A. Se entrambe finiscono a gara-3 o 4, i giorni di differenza diventano cinque...

Pur non volendo scambiare ipocritamente una recriminazione interessata per un problema di tutta l'umanità, è comunque un dato di fatto che la questione di equità competitiva si ponga a prescindere. E infatti si pone anche tra Girone C (calendario nuovo dal 2-10 giugno) e Girone D (calendario vecchio 28 maggio-7 giugno). Rieti è uscita allo scoperto chiedendo con un logico comunicato ufficiale la cosa più ragionevole, a questo punto della faccenda: se la situazione è questa, che sia almeno uguale per tutti, che tutte le vincenti dei gironi arrivino alla Final Four promozione con lo stesso percorso. E quindi che il nuovo calendario valga per tutti e quattro i gironi. Questo si poteva fare. E non si è fatto.

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La Mens Sana non ha fatto comunicati. Ma secondo quanto risulta aveva provato a porre la questione. Quando? Durante la serie con Livorno. Come? Ponendo la questione a un membro della Commissione di settore di Serie B, e poi sottoscrivendo un documento inviato in Federazione sulla situazione con almeno tre firmatari (gli altri due sono nel Girone C) con la proposta - se anche cominciare il 2 giugno diventa un male necessario - quantomeno di uniformare il calendario per tutti e quattro i gironi. Senza successo. E senza la comprensione delle istituzioni sportive del pasticcio fatto.

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Non cambierà niente, quasi sicuramente è troppo tardi perché accada, e questa non è una scusa ma un'ulteriore motivo di sbertucciamento per una condotta istituzionale da teatro dell'assurdo, se gli interessi lesi non la rendessero indecente. E quanto scritto qiu non è niente di più aggiornato o di più acuto rispetto a quello che chiunque può notare. Ma è un dovere che chi è colpevole di questa zozzeria si becchi almeno una parte della meritata onta di pubblico disprezzo e ignominia, perché di cose sconce ne succedono, ma non può passare proprio tutto tutto come se niente fosse.

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