Se c'era una partita in cui Livorno aveva la possibilità di sorprendere la Mens Sana, sia a prescindere e sia per come s'era messa la serata, quella era gara-1. Non significa che ora non si perderà più: succederà, se calerà il livello. Ma la singola partita notoriamente smorza le differenze, e la Mens Sana - ultima a chiudere i quarti e prima a tornare in campo per le semifinali - ci arrivava con molto meno tempo a disposizione del Don Bosco. Anche per questo, il 74-70 su Livorno che dà l'1-0 nella serie di semifinale sa più di occasione colta di vincere piuttosto di occasione persa per convincere. A quello, per una volta, si penserà un'altra sera.
Specchio di un palazzo carico che ha reso tangibile il fattore campo, la Mens Sana ha giocato con temperamento da playoff: stava per non bastare per vincere, quindi il giusto atteggiamento è condizione necessaria ma non sufficiente. La buona durezza con cui si è scesi in campo è stata mortificata da un arbitraggio che ha catalizzato la quasi totalità degli improperi di serata, anche parte di quelli normalmente destinati a ciò che non funziona. Arbitraggio che potrà anche ricapitare, nella serie...
La bella Mens Sana è diversa, e le serate di basket ben giocato sono diverse. Più una partita per studiarsi e conoscersi. E quindi in cui ogni mossa è sotto la lente, discutibile e discussa, a partire dalla gestione degli uomini. Tra le tante cose, Livorno (cinque giocatori da almeno 34' di impiego, il panchinaro più usato ne ha giocati 10'! all'avanguardia Cia della profondità) ha messo grande pressione sul portatore di palla, inducendo Mecacci a puntare un po' di più su Panzini, e la Mens Sana ha risposto con la collaudata marcatura di Ranuzzi sul temuto Venucci, contenuto a 7 tiri (ma rispetto alla partita di ritorno in campionato ci ha aggiunto 8 assist...).
Ci sono stati momenti esaltanti, soprattutto nel +18 toccato già dopo 6'30", e altri molto meno, come il 18-5 e l'11-0 incassati prima del riposo a rimangiare il tesoretto. C'è stato un lunghissimo secondo tempo di combattimento, e quindi anche sofferenza. Ma che sia stato ben interpretato nella testa, più che nella tecnica (e va bene così), lo dice la morsa stretta nel finale, tenendo il Don Bosco a soli 10 punti nell'ultimo quarto, nessuno negli ultimi 2'55" in cui si è decisa la gara, nessuno dal campo negli ultimi 6'30". In certe giornate è buon segno che si vinca così, perché si poteva anche perdere per come si era arrivati al finale, e perché il mestiere e la scaltrezza li ha avuti la Mens Sana, invece di subirli. 1-0, palla al centro.
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