lunedì 1 giugno 2020

Per la maglia - Episodio #4: Chi non salta è un biancoverde?

Pensate un po’ di vedere la Ferrari che anziché in rosso corre un Mondiale con una livrea verde e viola. O la Juve che come prima maglia sceglie il blu e l’arancio. Beh, altre scuderie di F1 le abbiamo viste cambiare spesso colore a seconda degli sponsor (per chi è appassionato, basti pensare ai cambiamenti della McLaren o della Williams, giusto per citarne un paio). Nel calcio per ora ci siamo limitati a nefandezze varie con seconde e terze maglie, più però per ricerca cromatica esasperata, ed esasperante, dei designer che strettamente legate al colore di partner associati.
 
Nel basket invece è capitato un po’ più spesso. Chi non ricorda la Kinder Bologna arancione: sembrava quasi un ovetto da scartare, fortunatamente l’esperimento ebbe una durata abbastanza simile a quella della consumazione della bontà al cioccolato. Noi no, noi una cosa simile non la facciamo… e invece sì, anche a Siena è capitato.

La saga delle colorazioni ardite la ‘introduce’ Antonini che nel 1978 sceglie un blu notte di difficile comprensione. Certo, lettering e bordi in biancoverde rendono un minimo di giustizia ai colori sociali, ma resta sempre il fatto che l’effetto pugno nello stomaco è abbastanza chiaro. In più c’è anche il rosso di 3A a rendere un po’ più inquietante il complesso. Quando in alcune circostanze si metterà insieme la maglia bianca (peraltro ‘normale’ con scritte e bordi verdi) al pantaloncino blu scuro, l’effetto cazzotto sarà ancora più evidente.

dal libro "Mens Sana. Semplicemente"
 
ORANGE COUNTY - Passo indietro. Si è detto introduzione di Antonini perché la divisa blu notte era utilizzata in pianta stabile. Ma come terza maglia c’era già stato un passaggio all’arancione. Qui, campionato 1973/74, per dovere di ospitalità nei confronti di Cantù (che più avanti è stata vista quasi sempre in biancoblù, ma anticamente era biancoverde come lo stemma della città), si utilizzò questo completino arancio, con la scritta Sapori disposta anche diversamente rispetto a quella di prima e seconda maglia di quelle annate.
 
da Il Basket - si ringrazia Gabriele Grandi
 
MAMMA MIA - Uno dei capitoli più neri è di colore blu. No, l’Inter non c’entra niente (fortunatamente). Però anche in viale Sclavo ci si è arresi alla logica commerciale dello sponsor che sceglie il colore delle maglie. Ecco, nel 1983, dopo un breve interregno (le prime due di campionato) di una divisa verde molto semplice con nome, logo e numero (la differenza tra semplice, quindi apprezzabile, e banale, molto meno apprezzabile, a volte è difficile da spiegare… prendiamola così come viene), arriva la Mister Day che obbliga a vestire di blu.
 
 
Su questa maglia ci torneremo, più approfonditamente, in un'altra puntata. Oggi partiamo dalla seconda stagione, la 1984/85, sponsor tecnico Piubello. La scritta Mister Day è bianca su un fascione blu (contornato dal celeste), sempre con la forma che riprende il logo delle famose merendine. Il numero frontale passa al centro, poco sopra la scritta Parmalat.


Si può fare peggio? Certo che sìChihuahua-Nike aggiungono un tocco di giallo (numero e logo Chihuahua, posto sul petto a sinistra e sul pantaloncino a destra), mentre sparisce il bandone dell’anno precedente. Rimane il celeste a fare da contorno a giro spalla, fianchi e pantaloncini.


1987/88, Sport Center rileva Chihuahua-Nike. Detto subito che si vendicherà (alla grandissima) un paio di anni dopo, la primissima versione fornita dal nuovo sponsor tecnico in realtà è la ripresa della maglia precedente con due orridi patacconi, sponsor tecnico e Casem, a sovrapporsi a quelli della stagione 86/87. Quindi il numero resta giallo, sui fianchi c'è ancora la banda verticale bianca contornata da un azzurro chiaro. Ce ne sarebbe abbastanza per passare oltre, ma a stagione in corso compare un’altra divisa: spariscono il logo societario e Casem, numero e logo dello sponsor tecnico in rosso, mega inserto bianco con numero verde sui pantaloncini disegnati in "stile Chicago Bulls". Sì, ora è il momento di passare oltre.

foto Mister Day da Giganti del basket
 
Cambiano gli sponsor, cambiano i colori. Dall’azzurro Mister Day si passa al giallorosso Conad. Che tristezza. Non per i colori in sé (ognuno ha i suoi preferiti, inutile disquisire), ma perché col biancoverde Mens Sana non c’entrano proprio nulla. Cosa c’è da dire di quella maglia? Niente che sia vicino ad un elogio. Il disegno è assolutamente anonimo: spicca il cinturone giallo nei pantaloncini, i due punti di rosso che differenziano il giro spalla e la scritta dello sponsor. La versione colorata cambia a stagione in corso: alla prima giornata è una banalissima maglia rossa con bordi bianchi. Stop. Più avanti viene proposto un fascione bianco per valorizzare al meglio il marchio Conad, mentre i pantaloncini cambiano completamente, aggiungendo anche del giallo al giro coscia e alla cintura.


si ringrazia Matteo Tasso

Si poteva fare meglio? Beh, era difficile fare peggio. SportCenter riuscirà ampiamente a riscattarsi a distanza di pochi mesi, quando TicinoAssicurazioni non dirà “vestiamoci di turchese, fucsia o rosso pompeiano” ma permetterà il ritorno alla tradizione. Che dire invece dell’epoca Mister Day. Pensando solo allo stile, la versione 84/85 è quella che forse appare riuscita meglio. Ma come si fa pensare allo stile, notando il blu e il celeste?




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