lunedì 8 febbraio 2016

La resa. Dei conti

Quell'ingestibile sensazione di deja-vu che dopo un pomeriggio intero al telefono fa rivivere la giornata in cui realizzi che la Mens Sana potrebbe finire. Di nuovo. E' finita quando è finita. Può sempre arrivare un cavaliere su un cavallo bianco. Riannodati i mille fili della giornata, il quadro è più o meno questo. Lunghissimo.

Tutto nasce dalle dimissioni dei quattro consiglieri di amministrazione della Mens Sana di emanazione della Polisportiva, tra cui il presidente Lorenzo Marruganti che resta come direttore sportivo (è al primo anno di un triennale). La decisione è della settimana scorsa, annunciata solo adesso. Il comunicato delle 15.17 parla di "Impossibilità di proseguire il mandato in assenza delle risorse necessarie a una corretta gestione. Nonostante gli sforzi della Polisportiva e dell'intero cda non è stato individuato alcun soggetto candidato a candidarsi come main sponsor della società né a rilevarne parte delle quote sociali". Si parla anche di "un sostanziale disinteresse delle istituzioni e dell'imprenditoria locali".

Tradotto significa che a inizio anno erano state date delle garanzie che non sono state mantenute, e chi ci ha messo la faccia non ci sta a metterla ancora senza le risorse prospettate, e problemi mascherati da tre mesi a questa parte. Non un'ammissione di colpa ma di impotenza. A questo punto o si muove qualcuno, o si chiude. Se ci sono soluzioni per il bene della Mens Sana è il momento di tirarle fuori. Se il problema che ostacola l'arrivo di qualche sponsor fossero le persone, adesso non c'è più. Tanto più che nel frattempo arrivano le dimissioni di Piero Ricci.

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Eh già, perché dopo una vita in Polisportiva, dopo essere rimasto alla presidenza anche dopo la bufera del fallimento della Mens Sana Basket, capofila anzi della ripartenza dalla B, laddove non hanno potuto mille polemiche di questi mesi è arrivata questa giornata di cupio dissolvi. Annunciato alle quattro del pomeriggio in una mail di tre lunghe pagine, che racconta di "immediate e irrevocabili dimissioni", "avendo esaurito ogni possibile risorsa personale per il rilancio del basket" fino a "prendere realisticamente atto di non poter dare altro nella prospettiva di futuro della Mens Sana", per "troppa fiducia nel coinvolgimento dei sostegni esterni necessari a trasformare un'idea in concretezza", insieme "una sofferta dichiarazione di resa e un moto d'orgoglio".

Dov'è la notizia delle dimissioni di un presidente comunque in scadenza? Al di là del valore simbolico, e del fatto che all'avvicendamento mancavano ancora più di due mesi (due mesi che diventano cruciali per la vita della sezione basket), c'era sul tavolo anche l'ipotesi concreta di una ricandidatura, in ticket con qualcuno a cui passare il testimone nel corso di un nuovo mandato in cui continuare a perseguire un paio di obiettivi tracciati: riportare il basket in tre anni in Serie A e portare a compimento il progetto di sviluppo dell'area di proprietà della Polisportiva in viale Sclavo. Invece la giunta convocata per martedì, già all'indomani di questa giornata incredibile, sarà chiamata a ratificare la fine di un'era, con l'interim provvisorio che da statuto, fino all'elezione del nuovo presidente, affida il vertice al vice Antonio Saccone.

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Alle 18.19 è arrivato il comunicato del sindaco Bruno Valentini, che si è sentito probabilmente chiamato in causa dal cda uscente. "Non accettiamo di essere coinvolti in un'accusa di disinteresse istituzionale, avendo fatto tutto il possibile per tentare di stabilire contatti (...) nella ricerca di sponsor adeguati , la cui mancanza però avrebbe consigliato di programmare più attentamente gli obiettivi, anche per evitare di coinvolgere economicamente quel grande patrimonio cittadino che è la Polisportiva Mens Sana". Insieme una risposta, una contestazione alla gestione del club ("squilibrio fra i programmi già in atto e le risorse economiche effettivamente disponibili", "indispensabile predisporre budget realistici per evitare di incorrere nei problemi del passato", "il futuro non può che fondarsi sulla valutazione prudenziale e attenta delle risorse effettivamente disponibili") e una difesa delle finanze della Polisportiva.

Fuori dalle virgolette il messaggio è stato: Dovevano fare il passo secondo la gamba, i nuovi soci non può stamparli il Comune. Comune che ricorda di aver contribuito un anno fa a portare sponsor come Conad e Vismederi. Oltre a un contatto, di cui si parla più avanti, successivo all'incontro che c'è stato due settimane fa, su richiesta della Mens Sana, Marruganti, Valentini e l'assessore allo sport Leonardo Tafani, che il cda della sezione basket l'aveva lasciata in estate per "incompatibilità assoluta con le modalità gestionali della società, divergenze già esternate al cda e al presidente". Cosa era successo? Era successo che a fronte di entrate presumibili (sui livelli dell'anno scorso in B, in assenza del main sponsor) e delle previsioni di spesa venute fuori, si è deciso di procedere nonostante uno scostamento di circa 400mila euro tra le due voci.

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La scelta, il mandato conferito a Marruganti di andare avanti su quelle cifre (neanche faraoniche, basta guardare la squadra, ma superiori alle entrate) venne dalla presidenza della Polisportiva, sulla base della fiducia di riuscire a reperire risorse per colmare il gap. Gecom aveva già fatto sapere a giugno che non sarebbe rimasta. Si è lavorato su altre piste. Una è quella di SavEnergy, azienda con cui si è ragionato fino a Natale su un contributo a un certo punto anche quantificato in 200mila euro. Per quello che serve, è già stato deliberato di farle causa per "responsabilità precontrattuale", non avendo onorato un impegno preso. Commentatori terzi l'hanno raccontata come la solitudine di Piero Ricci e del cda nel cercare sponsor. Evidentemente senza ottenere risultati. Con in più il curioso caso di una agenzia per la ricerca degli sponsor che era stata contattata e aveva accettato il lavoro, salvo poi sparire.

Anche sponsorizzazioni della scorsa stagione non sono state onorate per circa 100mila euro, ma quello non pesa sui conti dell'attuale sezione basket autonoma, che è nata successivamente, bensì su quelli della casa madre, insieme a una cifra analoga per gli oneri di gestione del palazzetto. Cifre che non c'entrano niente, quindi, coi problemi attuali, che la semestrale al 31 dicembre ha fotografato in una cifra di fatto analoga a quell'ammontare che già a inizio stagione si sapeva che sarebbe mancato. Non sono arrivate le risorse per azzerarla, non sono esplose le spese ad aumentarla. Eventuali penalizzazioni della Comtec per certi parametri forse fuori asse non sono neanche il centro del problema. Lo è il fatto che per legge quella semestrale obbliga gli amministratori a un'assemblea dei soci in cui comunicano quali provvedimenti intendono adottare. Ci sarà il 18 febbraio.

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Il primo ostacolo è il rinnovo delle cariche sociali. Vanno rimpiazzati i quattro consiglieri dimissionari. Possibile non ci si riesca, vista la complessità della situazione che chiunque troverebbe, dovendone rispondere poi in sede legale. La soluzione potrebbe essere la nomina di un amministratore unico per portare avanti i provvedimenti da adottare. Se non si saranno trovate le risorse per adottarli, come due anni fa, il socio di maggioranza per legge metterà in liquidazione la società.

Sarà il liquidatore a dire se ci sono i soldi per finire la stagione. A fronte di spese per circa 650mila euro da qui a fine anno, e di entrate previste per 200mila euro, il disavanzo di 450mila euro oltre alle casse già vuote sembra eloquente su questa eventualità. Così per parlare, il costo dei giocatori da qui al termine della stagione sarebbe di circa 80mila euro: in tutti i casi, metterlo sul piatto non è una soluzione. L'ingresso del liquidatore implica, tra le altre cose, anche la revocatoria per le spese (a parte quelle per il personale) sostenute negli ultimi sei mesi. Comprese quelle (canone di locazione?) nei confronti della Polisportiva.

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L'organo amministrativo potrà anche decidere di prendere tempo per una decina di giorni. Potrà a maggior ragione farlo se avrà individuato una strategia percorribile. In presenza di un'esposizione debitoria eccessiva per essere sanata solo con un aumento di capitale, la vecchia presidenza della Polisportiva aveva sempre indicato una strada a tre soluzioni contemporanee. La prima arriverebbe dalle risorse frutto di un accordo con Emma Villas, che ha dimostrato grande disponibilità (anche a parlare di una sponsorizzazione, ma per la prossima stagione: per quella attuale ha già impiegato il proprio budget), specificamente la disponibilità per anticipare un biennio di canone di locazione del palazzetto, anche a prezzo maggiorato (attorno a 120mila euro totali).

Sommato alla rinuncia di alcuni crediti, la Polisportiva potrebbe riservare all'operazione oltre 150 mila euro. Altrettanti dovrebbero arrivare da un aumento di capitale sociale (non azionariato popolare, ma diffuso, con quote minime un po' più alte). E altrettanti dovrebbero arrivare dallo sponsor. E' probabilmente perché ogni misura da sola non è risolutiva che non sono state portate avanti le operazioni con Emma Villas e per l'aumento di capitale, in assenza di uno sponsor per completare l'opera. Per quello serve il cavaliere sul cavallo bianco. Magari la futura corsa a sindaco e le imminenti elezioni della Polisportiva creeranno le condizioni perché succeda per davvero. Altrimenti resterà solo da guardare la storia che si ripete.

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