martedì 13 settembre 2016

Passaggio alla nuova era. La scia che si lascia dietro

Tre mesi dopo il passaggio di proprietà, finisce la fin troppo lunga stagione del "vecchio" cda rimasto ad interim aspettando l'insediamento dell'atteso nuovo consiglio allargato, e rappresentativo della mutata compagine sociale dopo il passaggio di proprietà. Più di sette mesi dopo le dimissioni di Lorenzo Marruganti con cui si è aperta la crisi societaria attorno a cui la società si è rifondata, il 13 settembre 2016 è il giorno in cui è cominciata formalmente una nuova era, con l'inizio della presidenza di Andrea Viviani. E poi c'è sempre qualcosa al di là delle comunicazioni ufficiali.

Quanto ai nuovi vertici della Mens Sana, non ha senso andare a spulciare il pedigree a caccia di quarti di nobiltà cestistici, perché Andrea Viviani è conosciuto, e lo stesso vale anche per altri membri del nuovo cda. Dei nomi dei nove consiglieri non c'è traccia nel comunicato del club. Otto erano stati comunicati dopo che il Consorzio aveva indicato i cinque di propria competenza. Restava un'ultima casella da riempire, quella del rappresentante della Polisportiva, dubbio sciolto con la paventata nomina di Franco Vittori. (Per la normalizzazione dei rapporti con la casa madre, una nuova risorsa potranno essere i tre nuovi consiglieri in quota Consorzio)

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La più discussa delle nomine, anche letteralmente nelle ultime ore, è stata quella della vicepresidenza, il terreno attorno a cui da tempo si giocava parte della dialettica, non per la poltrona ma per quello che rappresenta. La chiacchierata scelta di Alfredo Barlucchi, compiuta già dalla prima proposta di luglio e ribadita nella seconda proposta di Bruttini, è il terreno su cui si sono riaperte alcune ferite, soprattutto all'interno dell'Associazione.

Lo statuto della Mens Sana Basket 1871 prevede che sia l'assemblea dei soci a nominare presidente e vicepresidente, o altrimenti i consiglieri eletti dai soci. Nell'assemblea dei soci che si è tenuta lunedì per formalizzare il nuovo cda, la proprietà nella persona del presidente del Consorzio Fabio Bruttini ha proposto i propri nominativi per presidente e vice (Viviani e Barlucchi), ma questi non sono stati messi in votazione. Fosse successo, la partita si sarebbe chiusa subito. Ma il giorno trascorso prima che a procedere all'elezione fosse il nuovo cda (in calendario martedì perché tutti fossero presenti), sommato alla disponibilità che Barlucchi risulta aver espresso nei giorni scorsi a non dover per forza occupare la vicepresidenza, parevano aver lasciato spazio a una riapertura dei giochi. Dando il via a un giorno di fibrillazioni.

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Un argomento sul tavolo è stata l'idea, espressa tre mesi fa nel periodo del passaggio di proprietà ma mai sottoscritta formalmente, che se al Consorzio sarebbe spettata la nomina della presidenza, a Io tifo Mens Sana sarebbe spettata la vicepresidenza. Questo obiettivamente non è successo. I rappresentanti dell'Associazione nominati in cda sono Laura Bucci e Guido Guidarini. Certo, di Io tifo Mens Sana Barlucchi è per ora il presidente (ma non più tra le due nomine da cui l'Associazione aveva deciso di farsi rappresentare in cda). Certo, nel nuovo cda l'Associazione è ben rappresentata, con sei dei nove consiglieri che sono soci con diritto di voto di Io tifo Mens Sana. Ma c'erano anche aspettative diverse.

D'altra parte già la gestione delle nomine nel cda aveva fatto capire qual è la linea dei vertici del Consorzio. Nel rinnovato cda, tenuto coi neonominati consiglieri nel pomeriggio di martedì, hanno prevalso altre valutazioni. Come il fatto che dall'assemblea dei soci, pur in assenza di una delibera messa ai voti, è arrivata una indicazione. Nel senso di "una". Non più indicazioni tra cui scegliere in alternativa, ma UNA strada tracciata. E poi la considerazione che il cda del Consorzio aveva in mente quel presidente e quel vicepresidente quando aveva deliberato i propri cinque nominati, cambiare le carte in tavola avrebbe forse richiesto un altro passaggio. O forse no. A volte è difficile distinguere il confine tra la parte sostanziale e quella formale.

Il buon senso vuole che questo cda non sia chiamato a durare tre anni, come stabilisce lo statuto della MSB 1871. Non è questione di far saltare di nuovo tutto per aria, ma è la logica a suggerire che quello che succederà in questa annata possa portare a fine stagione a nuove valutazioni in base a cui ricalibrare pesi e contrappesi. Basta che, quando succederà, il Consorzio chieda ai propri cinque nominati di dimettersi, per cambiarne anche solo una parte. Ma se oggi il Consorzio ha preso una decisione, specificamente per quanto riguarda la vicepresidenza, non è detto che questa non venga rivista nei prossimi mesi, rimettendola in gioco. 

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Ci sono differenze all'interno di Io tifo Mens Sana, ed è evidente la volontà dei vertici del Consorzio di privilegiare la parte dell'Associazione con cui si sentono più in sintonia. Sistemata la partita del cda della MSB 1871, i riflettori si spostano ora sull'Associazione, sulla necessità di ridefinire al proprio interno una sintesi o un confronto tra le diverse sensibilità, per darsi una nuova direzione non solo alla luce del mutato scenario ma anche delle uscite di alcuni esponenti (Barlucchi e Guidarini nel cda della MSB 1871, Tonini dimesso anche se c'è chi sta provando a convincerlo a tornare).

Da che mondo è mondo, la storia la scrive chi vince. E oggi, in questa storia, è arrivata la risposta definitiva su chi a questo punto della faccenda non ha vinto. La questione del cda del basket ha lasciato malumori nell'Associazione, o in alcune sue parti, che c'è da augurarsi che vengano sanati. Nelle prossime ore ci sarà una riunione del consiglio direttivo, magari in agenda per i prossimi giorni potrà esserci un'assemblea dell'intera Associazione. Vista dalla parte della proprietà, il prossimo passo con Io tifo Mens Sana è il necessario riequilibrio dei soggetti in campo, perché Consorzio e Associazione non sono nati per essere due entità distinte, ma per essere due parti dello stesso progetto.

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