Non serve il mago di Strove per vaticinare che tra pochi giorni partirà la campagna abbonamenti: siamo già ai giorni di Palio, non può mancare ancora molto. L'anno scorso fu lanciata subito all'indomani del raduno. Se la tempistica fosse la stessa, tra una settimana di questi tempi la si conoscerà già. In mancanza di informazioni dirette, non ci sono anticipazioni su come sarà. Però, anche sulla base di come è andata l'anno scorso, due ragionamenti su come dovrebbe essere si possono anche provare a fare.
Si sa, perché si sa, che ci saranno agevolazioni per chi farà l'abbonamento al volley. Ma non cambia un granché la sostanza del discorso sulle politiche di prezzo, come non la cambieranno agevolazioni a Cral, contrade e quant'altro. Magari le agevolazioni alle famiglie, nel caso, o a società di basket.
L'anno scorso, i fatti sembrano chiari poi è legittimo che ci siano opinioni diverse, ha detto in maniera chiara quale approccio ha funzionato e quale no. Ha funzionato la scelta di inizio anno di tenere prezzi bassi per favorire la partecipazione: abbonamento di base 100 euro, che diminuiva per la curva e aumentava (150 euro) per gli abbonati "sostenitori". Boom! 2000 abbonati in Serie B. Che è quello che era giusto aspettarsi da una piazza che ha fatto la storia del basket come Siena. Ma a patto di toccare le corde giuste, e ci si era riusciti.
Poi i playoff: non è bastato uno slogan che poteva essere coinvolgente, e una cavalcata sul campo che era arrivata al momento del cacio, per giustificare un aumento di prezzo in cui si faticava a vedere la convenienza rispetto all'acquisto dei singoli biglietti, e che oltretutto non ricompensava chi a inizio anno a scatola chiusa aveva deciso di dare fiducia al nuovo corso. I risultati lo hanno confermato.
A onor del vero, questo non ha impedito che ai playoff il palazzetto si accendesse di passione come solo a volte durante la regular season (era pur sempre il momento in cui ci si giocava la stagione, e il progetto di risalita!). Passione però non fotografata dai numeri che nel resto della stagione erano gonfiati rispetto all'affluenza reale dalla volontà di tanti di contribuire economicamente alla ripartenza (anche senza essere sempre presenti al palazzo).
La conclusione, magari opinabile e non necessaria ma perlomeno logica, è che la scelta vincente anche per questo primo anno di A2 sia puntare su tenere ampia la base di chi vuole sostenere la ripartenza (in una categoria più alta, ma il progetto è ancora nella fase della ripartenza), e quindi immaginare un profitto basato più sulla quantità delle adesioni che sul monetizzare un interesse che però a prezzi più alti ha bisogno di una scintilla che è presto per aspettarsi. Non c'è bisogno che sia un blog a dirlo, magari sono già state fatte queste valutazioni. O magari opposte.
Opinione personalissima: sarà comunque durissima ripetere il dato dell'anno scorso, quando anche la pancia pesò molto in quella adesione di massa. Poi non si pongono limiti alla provvidenza, ma sarà ragionevolmente proibitivo immaginare ancora un'adesione cosi alta se l'incremento dei prezzi sarà superiore al 50%. È vero che non si offre più un campionato di B ma di A2 (livello comunque a cui alcuni ancora faticano ad abituarsi, ma questo meriterebbe un discorso a parte), ma è comunque un A2 da neopromossa, affrontata sì con dignità, idee e mentalità, ma con ambizioni al momento realisticamente non di vertice.
Se difficilmente il traino saranno le vittorie ma piuttosto il coinvolgimento in un'orgogliosa stagione da battaglia che si è già più volte detto di voler costruire sul fattore campo, questa simbiosi con la piazza, oltre a richiedere sudore in campo, è logicamente più consona a una nuova chiamata alle armi di chi un anno dopo vuole ancora sostenere il progetto (che qualche passo avanti lo ha mosso), piuttosto che a una scelta di valorizzazione di questa nuova fase con prezzi più alti che ne marchino il salto di qualità.
Per questa fase successiva ci sarà tempo, dopo aver non solo stabilizzato ma poi anche ampliato la base, con politiche che puntino a un ritrovato radicamento numerico in città, e poi al riproporsi come polo del basket attrattivo anche per gli appassionati delle zone limitrofe. Non era questo il momento per darsi questi obiettivi, c'erano altre urgenze e ora magari si potrà cominciare a pensarci.
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