mercoledì 21 giugno 2017

Le motivazioni del Coni. Continuità. Cioè integrazione nel contraddittorio. Cioè palmares in eredità

Si aspettavano le motivazioni per capire come il Coni avrebbe riscritto i confini entro cui si giocherà il nuovo processo sportivo alla Mens Sana. Che ora - è il diktat del Coni - dovrà essere fatto integrando nel contraddittorio anche Polisportiva Mens Sana e Mens Sana Basket 1871, ritenuta legittima erede al punto da potersi fregiare del palmares storico biancoverde.

Un intervento nel merito avrebbe ipotecato un diverso esito del nuovo processo, ma è comunque sostanziale l'intervento sulla forma emerso dalle 18 pagine di motivazioni (ma 11 di riassunto delle puntate precedenti) con cui la Quarta Sezione del Collegio di Garanzia del Coni, presieduta da Dante D'Alessio, ha spiegato la decisione del 18 aprile scorso di disporre l'annullamento del procedimento Fip svolto fin lì, rimandando tutto al Tribunale Federale per ripartire dal primo grado di giudizio. Con in mano solo la sentenza e ancora senza motivazioni, che fosse questa - l'esclusione di Polisportiva e MSB 1871 - la ragione dell'annullamento era stata la prima ipotesi, non fosse altro che entrambe figuravano nell'elenco dei ricorsi accolti pur non essendo mai state ammesse nel contraddittorio.

Che il mancato riconoscimento del diritto alla difesa avesse creato un mostro giuridico era stato chiaro da subito. Anche i legali di Anselmi, Finetti e Minucci avevano sostenuto la "nullità del procedimento e della decisione adottata per mancata integrazione del contraddittorio" perché "la sanzione della privazione dei titoli esplica i suoi effetti non più sulla società fallita, bensì su quella che vi è succeduta sotto il profilo della titolarità storica dei trofei in questione". Ma di fatto è la vittoria degli avvocati della Polisportiva, Bruno Tassone, e della Mens Sana Basket 1871, Daniela Nardo. E dunque aprendo una parentesi, per quanto i rapporti tocchino ogni giorni nuovi e imbarazzanti minimi storici, è per l'intervento della Polisportiva che oggi siamo a questo punto. Meno per quello della MSB 1871, che con una colpevole omissione del management non aveva neanche tentato di partecipare al primo grado, salvo poi recuperare in appello.

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"La nullità della pronuncia d'appello" decisa dal Coni "determina il travolgimento anche di tutte le statuizioni rese in entrambi i gradi nei confronti delle altre parti processuali, tenuto conto che la mancata partecipazione al giudizio delle società ingiustamente estromesse ha impedito il pieno dispiegamento del diritto di difesa anche delle altre parti processuali". Motivo della nullità è aver "deciso nel merito la controversia senza rilevare il medesimo vizio di invalidità che aveva afflitto anche la decisione del giudice di primo grado cui pertanto aveva omesso di rimettere gli atti".

Il vizio di invalidità è aver deciso l'"estraneità" al procedimento di Polisportiva e MSB 1871. Per il Coni è stato un "erroneo presupposto per estromettere dal giudizio, o non consentirne la partecipazione" a società che "per la continuità storico-sportiva argomentata e per l'attrazione alla propria sfera dei trofei revocati costituivano invece parti necessarie di quei giudizi nei quali avrebbero dovuto essere coinvolte sin nella fase del deferimento".

Si contesta quindi alla Fip che "il deferimento non era stato notificato né alla Polisportiva né alla Mens Sana Basket a r.l., nei confronti delle quali neppure era stato reso integro il contraddittorio, nonostante la sollecitazione delle altre parti". Cioè non dovevano essere Polisportiva e MSB 1871 (o altri per loro) a chiedere l'ammissione nel contraddittorio, ma doveva essere la Fip a coinvolgerli fino dal deferimento. A oggi invece non hanno ancora ricevuto nessun atto.

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Il nodo attorno a cui ruota la decisione del Coni è che il Collegio di Garanzia, argomentando attorno al concetto di titolo sportivo, ha stabilito una continuità tra la Mens Sana Basket e quello che è venuto dopo, prima attraverso la Polisportiva e poi la Mens Sana Basket 1871. In sintesi: la rinata Mens Sana da regolamento avrebbe dovuto ripartire da un campionato a libera partecipazione. Se è ripartita dalla Serie B, con una decisione adottata contestualmente (nella stessa seduta del Consiglio Federale) a quella con cui si revocava l'affiliazione alla Mens Sana Basket, è perché invece questa continuità è stata riconosciuta.

Dal momento che "il fallimento della Mens Sana Basket spa ha comportato la fuoriuscita dall'ordinamento sportivo della società mediante la revoca dell'affiliazione", si legge nelle motivazioni, "l'iscrizione della Mens Sana Basket 1871 al campionato di Serie B 2014/15 non è potuta che avvenire sulla scorta di un idoneo titolo sportivo, trattandosi di un campionato non a libera partecipazione". La conclusione: "La lineare sequenza tra le due delibere del Consiglio Federale lascia fondatamente ritenere che l'iscrizione al campionato di Serie B della Mens Sana Basket 1871 sia avvenuto nell'ambito di una fattispecie unitaria sulla scorta del titolo sportivo precedente, la medesimezza del contesto cittadino senese che, di per sé, valeva a identificare con sicuro tratto di continuità l'intera operazione".
Spiegano le motivazioni: "Il complesso reticolo normativo appena evocato costituisce l'indispensabile presidio che l'ordinamento sportivo erige a difesa e incentivo del collegamento tra le società sportive e il territorio che le esprime e le supporta". Nel caso di specie: "Il mantenimento del rapporto ininterrotto col territorio senese e con la realtà sportiva precedente, saldate sul piano ordinamentale proprio dalla continuità del titolo sportivo, sono attestate nei fatti non solo dalla iterazione del nome sociale o dal fil rouge costituito dalla spinta propulsiva e partecipativa della Polisportiva" ma anche dalla "continuità di utilizzo degli stessi colori sociali, dello storico palazzetto dello sport di Siena nel quale continuano a essere custoditi i prestigiosi trofei revocati dal giudice sportivo. La rilevata assenza di una cesura storico-sportiva attrae nella sfera di competenza anche i trofei conseguiti nel corso della storia del basket cittadino".

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Dunque il Coni non si è espresso nel merito, ma se c'è una cosa che ha stabilito in maniera chiara, traducendo, è la totale legittimità per il nuovo club a raccogliere l'eredità i trofei vinti dalla fallita Mens Sana Basket. E dunque senza ulteriori passaggi la Mens Sana Basket 1871 potrà dirsi erede di un palmares da otto scudetti, sette supercoppe, cinque coppe Italia, una Saporta. Che peraltro è quello che, con numeri evidentemente diversi, succede dopo la rinascita a Pesaro, Caserta, Fortitudo, in questi giorni anche Venezia; non alla Virtus, che non è mai fallita, né a Treviso, dove il club dei Benetton è ancora vivo e si occupa di giovanili. Ma altrimenti è la prassi. E invece la Fip è andata al Coni sostenendo che la MSB 1871 "non potrebbe vantare alcuna pretesa sui titoli sportivi conquistati dalla società fallita". Ecco, il Collegio di Garanzia ha stabilito il contrario.
Il Collegio di Garanzia non ha invece stabilito (peschiamo le argomentazioni più interessanti delle difese) che il problema sia stata l'imprecisione dell'addebito (la mancata specificazione di come si è concretizzata la frode sportiva, la mancata correlazione tra imputazione e condanna), né che il problema sia stato la mancata derubricazione a violazione dei principi di lealtà e correttezza o la proporzionalità delle sanzioni, né l'intervenuta prescrizione che fissa in cinque anni prima del deferimento le possibili fattispecie contestabili, né il mancato nesso di causalità tra condotte contestate e conseguimento dei titoli. E' attorno a queste argomentazioni, in questi mesi già sviscerate, e da cui il Coni ha deciso di tenersi fuori, che invece ripartiranno le difese nel nuovo processo sportivo.

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