Il Memorial Giorgio Brenci lascia a Mens Sana, Costone e Virtus (così come recita il medagliere in ordine di arrivo) una dote preziosa. Chiamatela pure consapevolezza, sia sui rispettivi punti di forza che sugli aspetti su cui lavorare e migliorarsi.
MENS
SANA, COSA VA
Al
di là del primo posto nel torneo sono tante le note positive in casa Mens Sana.
La prima è Marco Perin e non solo per il titolo di mvp del torneo: Perin sembra
essersi calato benissimo nel ruolo di leader della squadra e dalle sue mani
passano tiri, assist e geometrie in grado di mettere in ritmo tutta la squadra.
Il secondo fattore è proprio legato a questo aspetto ed è la condizione fisica
fatta vedere dalla squadra di coach Federico Vecchi: è sembrata ottima con
giocatori che hanno palesato una certa reattività. Ci riferiamo a Pucci e
Pannini in particolare ma anche a Belli e ai due lunghi: Jokic e Yarbanga. Loro
sono il terzo fattore positivo: verticali, atletici, fisici e intensi. Doti
importanti che li fanno sempre ben figurare nonostante qualche sbavatura tattica.
MENS
SANA, COSA MANCA
È
sembrato un po’ lontano dalla forma migliore e anche un po’ nervoso, almeno
nella fase iniziale della finale. Gianluca Prosek, anche per la sua fisicità,
deve ancora rodarsi con i ritmi che Vecchi vuole per la sua Mens Sana. Resta
però una pedina fondamentale che può e deve arricchire il potenziale tattico
della squadra. Da capire poi come allungare le rotazioni, visto che ancora Neri
è fermo ai box e non si sa quali saranno esattamente i tempi di recupero.
COSTONE,
COSA VA
Nonostante
le assenze di Nasello, Zeneli e Masciarelli, il Costone ha impressionato per
profondità e potenziale. I gemelli Paoli sono già in forma campionato, l’ultimo
arrivato Nannipieri è molto applicato ed ha doti fisiche importanti che gli
permetteranno agilmente di inserirsi nei meccanismi di coach Belletti. Interessantissimo
l’asse play-pivot: Ballabio ha visione di gioco e una capacità di stare in
campo tipica della categoria superiore, Rosso è un elemento utilissimo sotto
canestro.
COSTONE,
COSA MANCA
Quello
che dovrà fare Belletti sarà dare gerarchie chiare e accettate da parte della squadra:
Ballabio, Nasello, Masciarelli, i Paoli, Zocca e Zeneli sono giocatori che
hanno bisogno di essere protagonisti, di giocare molti palloni, di essere al
centro del progetto. Qualcuno dovrà necessariamente sacrificarsi, anche a
livello di minutaggio, e accettare ruoli ugualmente importanti ma forse un po’
più lontano dai riflettori.
VIRTUS,
COSA VA
La
Virtus è la squadra che oggi sembra più indietro rispetto alle altre. Ma è
anche quella che ha più potenziale sommerso e ancora inespresso. Del resto è
anche la squadra che, rispetto alle altre senesi, è maggiormente cambiata in
estate, tenendo come solidi punti di riferimento tattici Guerra e Gianoli.
Oltre a coach Evangelisti. Sembra infatti che in casa Virtus si stia lavorando
sottotraccia per capire come far esplodere definitivamente le stelle dei vari Calvellini,
Braccagni e Costantini organizzando e studiando tanti giochi d’attacco che
risaltino gli esterni. Tra i nuovi molto bene sia Morciano che Crocetta.
VIRTUS,
COSA MANCA
«Chi
ha tempo non aspetti tempo», recita il proverbio. E il tempo, per migliorarsi,
è proprio ciò che non manca alla Virtus. Però è anche vero che a fine mese le
partite conteranno 2 punti e lì ci sarà anche il peso del dover far risultato a
dare ulteriore pressione al processo di crescita della squadra. Niente di nuovo
comunque in via Vivaldi: per una squadra che predilige da sempre i giocatori
fatti in casa, questo rappresenta un’ulteriore scommessa che la Virtus vuol
provare a vincere.
Andrea Frullanti
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