La Mens Sana ha alzato l'asticella. Fino a dove, se per raggiungere l'ingresso ai playoff mancato di poco l'anno scorso o ancora più su, servirà la pazienza di capirlo più avanti nel corso della stagione. Ma con un paio di circostanze che vengono in aiuto. Innanzi tutto una formula che, spazzando via il format della scorsa stagione che non è piaciuto a nessuno, offre lungo una regular season di trenta giornate la possibilità di avere più tempo per crescere col lavoro anche durante l'anno. E poi cominciare la stagione in casa e osservare il riposo già alla seconda giornata, con una sola partita in trasferta nel primo mese di stagione, estende il tempo a disposizione per il rodaggio per una squadra che ne avrà bisogno, con due-tre titolari nuovi e una nuova guida in panchina.
Già i due movimenti a stagione in corso dell'anno passato erano stati una valutazione di merito sulle prime lezioni all'impatto con la categoria: l'arrivo di Jokic ha trovato seguito con la conferma, quello di Ivanaj no perché non si è neanche provato a tenerlo. Un cambiamento nei fatti rispetto alle scelte di dodici mesi fa è l'abbandono della strada che aveva portato a un centro più tecnico, come Ragusa, per abbracciare quello che il campionato si è capito che impone: un'idea di maggiore atletismo, verticalità ed energia, impersonate da Yarbanga. Si sapeva già un anno fa che queste fossero caratteristiche imprescindibili della B2: aver tenuto Jokic e preso Yarbanga è una direzione chiara. Altra cosa: certi equilibri possono cambiare anche con compagni diversi e un assetto di squadra differente, ma il finale della scorsa stagione ha detto con una certa chiarezza quanto Belli abbia reso meglio senza tutti gli oneri di regia sulle spalle. Qualche mese dopo, l'unico play puro in squadra resta Pannini, ma con Nepi e Perin oltre a Belli arrivano altri giocatori con capacità di creare dal palleggio, battendo l'uomo e creando vantaggi per gli altri.
COSA E' CAMBIATO
Detto di Yarbanga, proprio Perin e Nepi sono due arrivi che da soli danno un volto diverso alla costruzione di squadra. Cosa cambia con loro? In questa fase della carriera, Perin è un giocatore a cui chiedere forse meno quantità in termini di minuti, vista anche la profondità di organico, sapendo che il suo contributo imprescindibile è in termini di qualità: alzare il livello dei compagni (con la palla e non solo) senza far venir meno le sue giocate e le scelte giuste quando serve, priorità al coinvolgimento degli altri per massimizzarne il rendimento ma sapendo di contare su di lui quando si tratta di prendersi le responsabilità. Con Nepi invece la Mens Sana aggiunge un giocatore con capacità di crearsi tiri da solo e battere l'uomo con le sue accelerazioni, declinando talento e doti offensive su tutto il campionario, dagli isolamenti in uno contro uno all'uscita dai blocchi senza sacrificare la creazione dal pick&roll. Altro cambiamento: con Federico Vecchi arriva, per la prima volta dalla ripartenza del 2019, un allenatore full time.
COME VUOLE GIOCARE
Messi insieme i giocatori, il lavoro in palestra servirà per diventare una squadra capace di avere impatto difensivo vero, inteso come volontà di condizionare l'attacco avversario, e così prendere ritmo: non una squadra che corra sempre, ma che sappia avere cambi di velocità. Ed è proprio quello che sembrano promettere i quintetti che avranno Jokic e Yarbanga insieme. E' un roster non giovane per la sua gran parte, si direbbe più maturo: ma neanche vecchio, e la consapevolezza di stare in una rotazione ampia è la condizione giusta per impegnarsi a giocare con disponibilità un basket dispendioso. Il resto aiuterà a farlo la possibilità di avere un impatto fisico sulle partite. Dinamismo parola chiave anche a difesa schierata, con l'obiettivo di non far ristagnare l'attacco, ma muovere la palla programmaticamente, oltre che dopo essere riusciti a costruire un vantaggio. Oltre i programmi, comunque, resta la consapevolezza di avere in organico un giocatore come Prosek con talento e qualità tecniche fuori categoria: l'approccio molto motivato della sua estate racconta anche il desiderio di venirsi incontro reciprocamente verso un'idea di basket di maggiore energia.
ROTAZIONI
Ancora inizialmente senza Neri, è un roster che comincerà la stagione col solo Pucci come "3" di ruolo: che ci si arrivi col rientro di Neri o con interventi sul mercato se si alza l'asticella, se c'è una casella in cui migliorare il poster è proprio il potenziale di crescita a stagione in corso di questa casella. Nel frattempo si parte con le quattro guardie più Pucci appunto per tre posti tra gli esterni, e tre uomini invece per le due caselle dei lunghi, a cui si aggiungerà Moretti se dimostrerà di meritare qualche minuto. In queste rotazioni a nove uomini più lui, l'idea è che possano farsi strada anche dei ragazzi, tenendo aperto il canale con le giovanili: sicuramente Ferranti, Calviani e Bisanti, più altri che se riuscissero a essere di supporto negli allenamenti potrebbero gradualmente affacciarsi. Le rotazioni, che si prospettano ragionevolmente come ampie, sono da una parte una sfida da accettare, dall'altra l'opportunità di un contesto competitivo con compagni di livello di cui godere, e tante armi per diventare una squadra imprevedibile, in cui verosimilmente anche il quintetto dei titolari possa cambiare a seconda del piano partita.
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