E' arrivata l'attesa ufficialità dal Consiglio Federale: la Mens Sana sale un altro gradino nella piramide del basket e giocherà la prossima stagione in Serie B Interregionale, la quarta serie della pallacanestro. Come se avesse vinto gara-5 di finale promozione del 25 maggio scorso, e invece c'è andata solo vicina. In cinque anni dalla seconda ripartenza del 2019, stavolta letteralmente da zero, la Mens Sana ha risalito tre categorie. Se dire che è a metà strada di dove vorrebbe essere nella propria visione è una formulazione discutibile, non è discutibile che mancano ancora due-tre gradini (gradoni) da salire per ritrovare la dimensione che ha sempre avuto nella propria storia, per più di 50 anni fino alla devastazione post atomica, anzi post Macchi, da cui è riuscita a rinascere nel 2019.
Ai detrattori non sfugge il dato di fatto per cui nessuno di questi gradini saliti sia arrivato con una promozione sul campo. Ma paradossalmente invece di sminuire quanto fatto in questi anni è piuttosto una dimostrazione in realtà della forza fuori dal campo e della credibilità a livello organizzativo e societario. E anche a livello sportivo poi la Mens Sana ha sempre dimostrato di saper stare eccome al livello a cui è stata chiamata. Siamo al terzo ripescaggio dopo quello che nel 2020 ha dato il doppio salto dalla Promozione alla Serie C Silver (saltando la Serie D), e quello che nel 2022 è valso un anno in C Gold, quando già si sapeva in partenza che mantenere poi quella categoria (come è stato) per l'ennesima riforma dei campionati sarebbe significato comunque scendere dalla quarta alla quinta serie.
E pensare che due anni fa c'era stato bisogno di argomentare sul perché fosse la scelta giusta: il senno di poi aggiunge la consapevolezza che lo splendido percorso della scorsa stagione affondi le radici proprio in quella decisione al rialzo di un anno prima. In quarta serie si torna adesso e vale un po' di più perché, sempre per le riforme dei tornei, gli organici delle categorie superiori si sono nel frattempo un po' assottigliati: un'ottantina circa le squadre che sono nei tre campionati che stanno sopra (inevitabile che il mensanino guardi ora all'obiettivo di entrare in quell'ottantina, ma questo è un discorso per altri momenti).
Gli ultimi giorni, dalla chiusura delle iscrizioni del 5 luglio, sono stati un balletto di voci in cui il ripescaggio della Mens Sana si è andato cristallizzando abbastanza rapidamente mentre più sofferto è stato arrivare alla certezza dell'inserimento nel girone toscano. Nelle prime indiscrezioni il posto sarebbe stato, insieme ad Arezzo, nel gruppo umbro-laziale, quello in cui Cagliari ma anche Termoli e L'Aquila erano le trasferte più distanti di un girone in cui il resto dei viaggi sarebbero stati in gran parte nella zona di Roma e dintorni. Auspicato ma mai scontato, ha prevalso il buon senso di tenere Mens Sana e Arezzo nel girone toscano, diventato molto più omogeneo per tutti anche a livello geografico spostando Sestri (Genova) e Serravalle nel molto più coerente girone nord-ovest con Piemonte e Lombardia.
La Mens Sana è stata così inserita nella Division B con Spezia, Costone, San Miniato, Empoli, Cecina, Castelfiorentino, Legnaia, Virtus, Arezzo, Quarrata e Lucca. Per il ripescaggio non si è rivelato un fattore, in negativo, la presenza di altre due senesi nello stesso campionato. Poteva essere l'occasione, già vissuta l'anno scorso (e per anni) dalla Virtus e nuova (dopo tre anni di derby) per questa fase di espansione del Costone, per vedere entrambe per come sono al di fuori di ogni luce riflessa, senza dover gestire il confronto con la Mens Sana che ha un suo percorso non assimilabile. Sarà invece l'occasione per rivivere a livello più alto la stagione delle sei stracittadine già gustata due anni fa in Gold. E ha un bel fascino.
La Mens Sana si preparava da mesi per farsi trovare pronta, e per questo è già chiaro da tempo che, per alzare l'asticella come tutto l'ambiente voleva, chiederà una mano a chi la sostiene, inteso come pubblico e inteso come sponsor, per far crescere le risorse necessarie più o meno di un terzo in più rispetto alla scorsa stagione, per raggiungere una previsione di budget che a spanne appare non tra i primi ma certo neanche tra gli ultimi del campionato. Se c'è un indirizzo che è apparso chiaro col salto di categoria, è stato quello di implementare la squadra della favola della scorsa stagione non tanto e non solo dal punto di vista tecnico, quanto soprattutto in maniera forte sul piano della fisicità e dell'atletismo.
Compatibilmente coi tempi lunghi per avere la certezza della categoria che hanno fatto perdere alcune prime scelte, soprattutto tra i lunghi, la costruzione della squadra guidata da Paolo Betti è andata in questa direzione. Di fianco alle conferme di Tognazzi e Prosek per farne la guardia e il secondo lungo titolari, ma anche a quelle di Pannini, Marrucci e Sabia alle loro spalle, vanno in questa direzione l'arrivo di un play-guardia ben strutturato come Andrea Belli, di un'ala come Alessandro Pucci indubbiamente "di taglia" se impiegato da "3", e infine di un lungo già individuato - all'annuncio al più tardi all'inizio della prossima settimana - che adesso si completi con Prosek portando l'impatto della sua fisicità.
Nei colloqui tra amici, addetti ai lavori, appassionati, a lungo si è profetizzato con certezza fatalista, ma anche per provare a non perdere la bussola anche nei momenti meno brillanti, nel rispetto di quello che la Mens Sana è sempre stata, che dieci anni dall'ultima partita ai massimi livelli, gara-7 di finale scudetto del 27 giugno 2014, sarebbero stati il tempo massimo entro cui serviva tornare a respirare basket a un certo livello perché quella fiammella, che è stata flebile, flebilissima, non si estinguesse del tutto.
Sarà perché il punto di partenza era sbagliato (in fin dei conti l'ultima partita di A2 si è vista 5 anni fa, anche se sembrano 15...), sarà perché il timer dei dieci anni era sbagliato, è stata l'ultima stagione a urlare che quella fiammella è tornata fiamma, anche in quinta serie. Salire di un gradino e avere da affrontare la sfida di una nuova categoria è sicuramente quello che serviva adesso, per aiutare a non esaurire solo in una vampata l'esplosione dell'anno scorso: è passato nella mente di tutti il pensiero di quanto sarebbe stato ben più difficile darle continuità, senza il ripescaggio. Senza comunque dimenticare, in coscienza, che molto molto molto resta ancora da fare, ma d'altra parte... siamo qui per questo. E una volta ottenuta questa vittoria fuori dal campo, è su questo che il lavoro si sposta adesso.
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